morti sul lavoro al 25 marzo 2024

OSSERVATORIO NAZIONALE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO Il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia dal 1° gennaio 2008, anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione o che ne hanno una diversa da INAIL Attivo dal 1° gennaio 2008 Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie Morti sul lavoro nel 2024 al 28 marzo Dall’inizio dell’anno sono morti per infortuni in 246 per infortuni sui Luoghi di lavoro (tutti registrati) e 313 se si aggiungono i morti in itinere e sulle strade L’unico osservatorio che monitora da 17 anni i morti sul lavoro, compresi i non assicurati a INAIL e i lavoratori in nero, nelle province ci sono i morti monitorati dall’Osservatorio, tra parentesi nelle regioni i morti con itinere e in altri ambiti lavorativi. Per noi chiunque muore mentre svolge un lavoro è considerato un morto sul lavoro Nel 2023 i lavoratori morti per infortuni sono stati 1485, 986 di questi sui Luoghi di lavoro gli altri sulle strade e in itinere, soprattutto in agricoltura e in edilizia Aperto da Carlo Soricelli per non dimenticare i sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti poche settimane prima. Da 17 anni i morti sui luoghi di lavoro sono tutti registrati in apposite tabelle Excel con l’indicazione di data del decesso, provincia e regione della tragedia, identità della vittima, età, professione, nazionalità e cenni sull’infortunio mortale. dall’assicurazione che ha o se non l’ha affatto (lavoro in nero) o agricoltore anziano. Dal 1° gennaio 2008, anno di apertura dell’Osservatorio al 31 dicembre 2023, sono morti complessivamente 21050 lavoratori, di questi 10474 per infortuni sui luoghi di lavoro (tutti registrati in tabelle excel ). ma purtroppo sulle strade e in itinere sfuggono comunque diversi lavoratori Le ore impiegate in questi 15 anni di monitoraggio con lavoro volontario sono state oltre 30000. Continuano ad alterare la percezione del fenomeno con dati parziali e assurdi anche nel 2023 con “indici occupazionali” quando il 30% dei morti non ha nessuna assicurazione o hanno un’assicurazione diversa da INAIL che diffonde solo i propri morti che in diversi copiano. MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE ESCLUSO ITINERE. Aggiunti nella Regione i morti sulle autostrade regionali, tra parentesi i morti nelle Regioni compresivi di itinere. N.B i morti sono segnalati nelle province e regioni dove c’è stata la tragedia LOMBARDIA 28 (42) Milano 4, Bergamo 2 Brescia 10 Como 1 Cremona 2 Lecco 1 Lodi Mantova 2 Monza Brianza 2 Pavia 2 Sondrio 1 Varese 2 CAMPANIA 22 (28) Napoli 8, Avellino 4 Benevento , Caserta 6 Salerno 3 TOSCANA 21 (28) Firenze 8Arezzo 1 Grosseto Livorno, Lucca 1, Massa Carrara 1 Pisa‎ 4 Pistoia Siena 1 Prato 3 EMILIA ROMAGNA 22 (24) Bologna 5 Rimini 1 Ferrara 3 Forlì Cesena 3 Modena 3 Parma 3 Ravenna Reggio Emilia 3 Piacenza SICILIA 16 (23) Palermo 6 Agrigento Caltanissetta Catania 2 Enna Messina 4 Ragusa Siracusa 1 Trapani‎ 2 VENETO 15 (20) Venezia 2 Belluno 1 Padova‎ Rovigo Treviso 4 Verona 4 Vicenza 4 TRENTINO ALTO ADIGE 13 (17) Bolzano 6 Trento 6 PIEMONTE 12 (17) Torino 4 Alessandria 1 (+1 cantiere autostradale) Asti 1 Biella Cuneo 2 Novara 2 Verbano-Cusio-Ossola Vercelli 1 LAZIO 14 (19) Roma 5 Viterbo 2 Frosinone 4 Latina 1 Rieti PUGLIA 14 (18) Bari 3, BAT 1 Brindisi 3 Foggia 3 Lecce 3 Taranto 1 SARDEGNA 9 (13) Cagliari 2 Sud Sardegna 1 Nuoro1 Oristano 1 Sassari 4 ABRUZZO 10 (14) L'Aquila 2 Chieti 3 Pescara Teramo 2 Ascoli Piceno 2 MARCHE 7 (9) Ancona 2 Macerata 3 Fermo 1 Pesaro-Urbino 1 FRIULI VENEZIA GIULIA 6 (8) Pordenone 3 Triste 1 Udine 1 Gorizia LIGURIA 5 (6) Genova 1 Imperia 2 La Spezia Savona 1 UMBRIA 5 (7) Perugia 5 Terni CALABRIA 4 Catanzaro 1 Cosenza 2 Crotone Reggio Calabria 1 Vibo Valentia BASILICATA 3 (4) Potenza 2 Matera 1 Molise 1 Campobasso 1 Isernia VALLE D’AOSTA 1 I morti sulle strade. I morti sul lavoro sono segnati nella provincia dove è avvenuto l’infortunio mortale e non in quella di residenza. Nelle province non sono segnati i morti in autostrada avvenuti nella Regione Curatore Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione e artista sociale da oltre 50 anni Per contatti carlo.soricelli@gmail.com https://www.facebook.com/carlo.soricelli https://www.facebook.com/osservatorioindipendente/ https://www.instagram.com/pittorepranico/channel/?hl=it su Twitter @pittorecarlosor 23 gli schiacciati dal trattore 24 morti gli autotrasportatori, altrettanti morti tra gli automobilisti (molti lavorano sulle strade essendo Agenti di Commercio) e i passeggeri (non inseriti tra i morti sul lavoro) che hanno la sventura di incrociarli o di essere a bordo, spesso gli incidenti sono provocati da stanchezza e malori alla guida 34 gli operai/e, morti di fatica impiegati/e, agricoltori/e, braccianti, autotrasportatori ecc. morti per fatica e malori sui luoghi di lavoro: nel 2023 a luglio e agosto una strage per il caldo e per le condizioni in cui lavoravano soprattutto nei cantieri e sui campi 34 i morti in infortuni domestici tra questi 3 bambini (ovviamente non inseriti tra i morti per infortuni) 13 i taglialegna morti travolti dall’albero che tagliavano Complessivi morti sui luoghi di lavoro dal 2019 3869 morti Attenzione se si contano tutti anche i morti in itinere e in altri ambiti lavorativi in questi ultimi 6 anni completi e sommati come fa INAIL si arriva a contarne 5285

grafico 15 anni

grafico 15 anni
Morti sul lavoro al 10 marzo del 2024 comparati con gli ultimi 5 anni e con l'anno di apertura dell'Osservatorio....e parlano di cali

Le province nel 2023

Le province nel 2023
guarda la situazione della tua provincia Morti sui luoghi di lavoro nelle province nel 2023 dalla più virtuale Livorno, a Rieti la peggiore

Flavio Insinna recita la poesia di Carlo Soricelli "Morti Bianche"

Chiamatele pure morti bianche. Ma non è il bianco dell’innocenza- non è il bianco della purezza- non è il bianco candido di una nevicata in montagna- E’il bianco di un lenzuolo, di mille lenzuoli che ogni anno coprono sguardi fissi nel vuoto- occhi spalancati dal terrore- dalla consapevolezza che la vita sta scappando via. Un attimo eterno che toglie ogni speranza- l’attimo di una caduta da diversi metri- dell’esalazione che toglie l’aria nei polmoni- del trattore senza protezioni che sta schiacciando- dell’impatto sulla strada verso il lavoro- del frastuono dell’esplosione che lacera la carne- di una scarica elettrica che secca il cervello. E’ un bianco che copre le nostre coscienze- e il corpo martoriato di un lavoratore. E’ il bianco di un tramonto livido e nebbioso. di una vita che si spegne lontana dagli affetti. di lacrime e disperazione per chi rimane. Anche quest’anno oltre mille morti- vite coperte da un lenzuolo bianco. Bianco ipocrita che copre sangue rosso- e il nero sporco di una democrazia per pochi. Vite perse per pochi euro al mese- da chi è spesso solo moderno schiavo. Carlo Soricelli

Grazie a tutta la redazione di Via delle Storie, a Giorgia Cardinaletti, a Giovanna Brausier

Carlo Soricelli attività artistica

Carlo Soricelli Metalmeccanico in pensione. Pittore-scultore. Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento nel 1949, ed all'età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. Nella tarda adolescenza Soricelli comincia a produrre i primi quadri in cui si nota un forte interesse per le problematiche legate all'ecologia ed una grande attrazione nei confronti della natura; lo si vede negli animali che ripropone spesso e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. Fin d'allora l'arte di Soricelli è di denuncia nei confronti di una società che sta progredendo alle spese dell'equilibrio ambientale e della giustizia sociale. Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell'emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori ed operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi ed abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c'è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. Questa pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell'arte Naïve, quella di grandi come Ligabue, Covili, Ghizzardi. Infatti, a partire dall'84, Soricelli inizia ad esporre alla Rassegna di Arti Naïves ospitata presso il Museo Nazionale "Cesare Zavattini" di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti tra cui il titolo di Maestro d'arte. All'inizio degli anni Ottanta l'artista bolognese realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio; è del 1985 “Il Consumista”, scultura emblematica in cui una creatura umana mostruosa, vestita di ritagli di spot e slogan pubblicitari, sta divorando se stesso ed ancora, del 1989, Il Comunicatore, ironica e brutale visione Orwelliana. Già dai primi anni Ottanta Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo; l'angelo è l'escluso, prima schiacciato e deformato, ora alleggerito da un paio d'ali che garantiscono una dignitosa speranza, non tanto con l'intento di avvicinare al sovrannaturale, ma al contrario per riportare l'esistenza ad un'unica dimensione Umana. Da vent’anni Soricelli sta lavorando a quella da lui definita Pittura Pranica, che consiste nella visualizzazione dell'energia comune a tutti gli esseri viventi allo scopo di produrre effetti terapeutici per mente e corpo dell’osservatore La prima opera pranica del 1996 Soricelli si ritrae nelle vesti di cavaliere pranico, è stata acquistata dal Museo Zavattini. Soricelli espone dal 1976 con circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell'Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d'Accursio a Bologna nel 1996. Ha esposto con prestigiose mostre in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. E' presente in numerose collezioni pubbliche e private ed è presente in diversi musei. Da 15 anni ha aperto a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna, una casa museo delle sue opere, visitabile al pubblico su appuntamento. Una stanza è stata dedicata alla pittura pranica e qui nel silenzio chi vuole può gratuitamente sottoporsi all’esperimento di autoguarigione attraverso la visione delle opere praniche. Da qualche anno ha ripreso a creare opere che faceva già dagli anni ottanta con materiali di scarto della nostra società, trovati sulle strade come per esempio mozziconi di sigarette e copricerchioni, di fianco a bidoni della spazzatura, macerie di vecchie case ecc. Ha chiamato questo filone d’arte “Rifiutismo”. Nel 1997 ha pubblicato un libro dal titolo “Maruchèin”, con prefazione di Pupi Avati, in cui ha raccontato le sue esperienze di bambino meridionale emigrato al Nord negli anni Cinquanta. Nel 2001 ha pubblicato il suo secondo libro “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone. Il terzo “Pensieri liberi e sfusi”, il quarto “La classe operaia è andata all’inferno”, il quinto ”Terramare” e il sesto “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”. Il sesto Pensieri Liberi e Sfusi, il settimo un libro di poesie “Canti Aionici”. E' l'ideatore e curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ . Attivo dal 1° gennaio 2008 in ricordo dei sette operai della ThyssenKrupp di Torino morti tragicamente poche settimane prima. E' il primo osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro nato in Italia ed è formato solo da volontari diventando punto di riferimento nazionale per chi cerca notizie su queste tragedie.

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giovedì 29 giugno 2017

Cinque morti anche oggi

Strage continua provocata dal trattore. Ben tre anche oggi, così arriviamo a 72. Nelle province di Verona, Lodi e Cosenza. A Isola delle Femmine un idraulico è morto cadendo in un pozzo, in Piemonte sull' A4 è morto un autotrasporto.

mercoledì 28 giugno 2017

La strage continua. Anche ieri 27 giugno 4 morti sui luoghi di lavoro nelle province di Modena, Verona, Udine e Pisa. In Toscana è il secondo lavoratore morto in due giorni. Dopo il povero giovane di 19 anni Costantino Racu è morto un edlile di 54 anni cadendo da un ponteggio a Santa,Croce di Pisa. Mentre in provincia di Udine ha perso la vita un camionista. Nelle province diModena e Verona sono morti due agricoltori schiacciati da trattori e altri mezzi agricoli. Questo è il peggior anno da quando dieci anni fa ho aperto l'Osservatorio

venerdì 23 giugno 2017

Mi scuso coi visitatori ma TIM non connette

Come capita due o tre giorni al mese Internet( ma anche il telefono non funzionano). Il telefono addìrittura da dieci giorni. Non posso aggiornare l'Osservatorio. Sarebbe meglio meno balli(e balle) e piu efficienza nei servizi. Dovrei chiedere anche i danni, ma anche qui ci sono delle barriere burocratiche che rendono difficile la richiesta. Ma sono stanco e la prossima bolletta non la pago. Carlo Soricelli

mercoledì 21 giugno 2017

Un altro "Nessuno" che guida il trattore è morto schiacciato dal mezzo

Sono già 67 dall'inizio dell'anno e "nessuno" muove un dito. da quando è ministro delle Politiche Agricole Martina sono quasi 500 i morti provocati di questo mezzo. Qualcuno lo ha udito dire qualcosa a proposito? anche le false opposizioni che ci sono in parlamento non sprecano una sola parola su questa carneficina. Meglio non disturbare le lobby che il parlamento lo dominano.
Ma anche un operaio ha perso la vita: un lavoratore esterno che lavorava in una grande azienda in provincia di Sondrio

martedì 20 giugno 2017

Ancora e ancora morti sul lavoro. Altri cinque in due giorni

Due morti in edilizia: uno nella provincia di Savona dove a perdere la vita è stato un albanese di trent'anni cadendo da un tetto di un capannone mentre asportava amianto. la seconda in edilizia in Provincia di Enna è morto Santo Giacona, anche lui caduto da un ponteggio mentre stava ristrutturando una casa. E' morto dopo un'agonia che durava dal 5 giugno Matteo Notari un operaio travolto da un muletto in una fabbrica di Battipaglia nel salernitano, Mente un agricoltore muore punto da un'ape Rino Ansi di 67 anni.

lunedì 19 giugno 2017

Ancora tre morti sui luoghi di lavoro, tra questi non poteva mancare il "solito" agricoltore schiacciato dal trattore

Sono altre tre le vittime della nostra indifferenza sulle tragedie delle morti ul lavoro. Due sono nella mia regione, l'Emilia Romagna. Due morti provocate dalla stanchezza e da malori dovuti al caldo ma anche ai carichi di lavoro. A Modena un autotrasportatore è morto dopo un probabile malore schiantandosi contro un muro. 
Un operaio  morto rimanendo schiacciato tra due camion nel parmense. Un altro agricoltore (ma praticamente con la bella stagione ne muore uno giorni giorno, ma anche più di uno). Mirco Allegri aveva solo 35 anni e lascia moglie e prole, anche lui schiacciato dal trattore dopo il 17enne di giovedì scorso. Ma ormai mi sto rassegnando, sono anni che cerco di sensibilizzare per questa carneficina, ma chi dovrebbe occuparsene non lo fa. Ma veramente noi italiani ci meritiamo questa politica e questo parlamento di nominati che trova il tempo spesso per delle stupidate e non lo trova per occuparsi di queste tragedie? Poi quando finirà questo decimo anno di monitoraggio scriverò un libro su questa esperienza: i contatti, a chi ho mandato mail, le risposte spesso allucinanti di famosi parlamentari, l'indifferenza degli amministratori locali e nazionali, i contatti con il Presidente Napolitano, con senatori e deputati, con presidenti di Regioni, con giornalisti famosi e non conosciuti della RAI e della Carta Stampata che sono gli unici ad avere preso a cuore queste tragedie. Li ringrazierò tutti, e sono tanti, quelli che hanno dimostrato umanità e sensibilità. Ma se le istituzioni locali e nazionali se ne fregano di queste tragedie non c'è nulla da fare. Non a caso le morti sul lavoro sono addirittura aumentate da quando dieci anni fa ho aperto l'Osservatorio: le morti aumentano a causa della precarietà e per avere diminuito attraverso le leggi anche la Sicurezza sul lavoro.  

venerdì 16 giugno 2017

Un adolescente di 17 anni morto schiacciato dal trattore e il Parlamento ha appena rinviato la legge che obbliga chi guida questo mezzo a sottoporsi a un esame per prendere il patentino.

Da dieci anni monitoro tutte le morti sul lavoro con l'Osservatorio. se dovessi scrivere cosa penso fini in fondo dei "rappresentanti del Popolo" che sono in Parlamento rischierei una denuncia penale. E io non ho santi in paradiso che mi possono difendere, sono solo un metalmeccanico in pensione che visto che non lo faceva nessuno, dopo la tragedia della ThyssenKrupp di Torino, decisi di cominciare a monitorare queste morti che sono molte di più di quelle che dicono. Solo in questi primi 15 giorni di giugno i morti schiacciati dal trattore sono stati 12 e 65 dall'inizio dell'anno e ormai quasi cinquecento da quando abbiamo il pessimo Ministro delle Politiche Agricole Martina. Come si può giudicare un Ministro che se pur avvertito ogni anno, prima delle stragi che iniziano con la bella stagione, attraverso mail inviate alla sua segreteria, non fa niente per alleviare queste tragedie? Perchè ha permesso il rinvio in Parlamento pochi giorni fa  dell'obbligo del patentino per chi giuda questo mezzo mortale? Ma la risposta è semplice e tutti lo capiscono. Sono lì a occupare poltrone ben pagate. Questo ministro lo si vede dappertutto, ma mai si è sentito spendere una parola di solidarietà verso queste vittime che non dovrebbero farlo dormire alla notte. E l'opposizione cosa ci sta a fare? Cinque Stelle, Lega, Forza Italia, Articolo 1 ecc. va bene questa strage inarrestabile? Perchè non chiedono spiegazioni ai ministro Martina e a quello del lavoro Poletti? Perchè hanno approvato di fatto con il silenzio il rinvio della legge sul patentino per chi guida questo mezzo mortale e che provoca ogni anno un morto su cinque sui LUOGHI DI LAVORO? Le lobby contano più delle vite? Questo povero diciassettenne probabilmente non sarebbe morto se avesse avuto la consapevolezza di guidare un mezzo così pericoloso e i suoi familiari gli avrebbero impedito di salirci senza una preparazione adeguata. E la Commissioni Parlamentari che dovrebbero occuparsene cosa stanno facendo a proposito? A me questo Parlamento non mi rappresenta, come non rappresenta decine di milioni di lavoratori a cui vengono tolti diritti e sicurezza sul lavoro, come per esempio con il jobs act che ha abolito l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per i nuovi assunti e che di fatto rende più facile l'infortunio, anche mortale, visto che potrebbe essere licenziato con una scusa se si rifiuta di svolgerlo.  I lavoratori non hanno praticamente rappresentanza in parlamento, a parte il Senatore Barozzino che non a caso è un operaio, e che ha proposto un disegno di legge che introduce il reato di omicidio sul lavoro. denunciatemi se volete, ma non è neppure tutto quello che penso.

giovedì 15 giugno 2017

la provincia di Cuneo sempre ai vertici delle morti per infortunio sul lavoro

15 giugno 2017 Sono 4 i lavoratori morti per infortuni nella provincia di Cuneo sui luoghi di lavoro negli ultimi tre giorno. Otto dall'inizio dell'anno. Nonostante sia una provincia con una scarsa popolazione ci sono quasi ogni anno diversi morti sul lavoro. Due sono gli agricoltori morti a causa del trattore: poi un idraulico di 36 anni caduto da tre metri d'altezza e un povero giovane di 19 anni investito da un muletto in un'azienda che commercia pneumatici. Ma la conta ogni giorno è inesorabile, già 305 sono i morti sui LUOGHI DI LAVORO in Italia dall'inizio dell'anno. Se le vittime per infortuni continueranno con questo ritmo si supererà ogni record negativa da quando il 1° gennaio 2008 ho aperto l'Osservatorio. Carlo Soricelli

mercoledì 14 giugno 2017

Con la morte di Mirko Nivazzi morto a Sasso Marconi ieri 13 giugno arriviamo a contare lo strabiliante numero di 300 morti sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno e oltre 600 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere. La trecentesima vittima del 2016 è stata Carmine Guglielmi ma era il giorno 29 di giugno. abbiamo raggiunto i 300 morti sui LUOGHI DI LAVORO con ben 15 giorni d'anticipo. E la politica sta a guardare

E' morto a soli 29 anni Mirko Nivazzi a Sasso Marconi di Bologna. Il povero giovane è caduto da una scala in un'azienda agricola mentre puliva una mietitrebbia. Ma anche ieri i morti sono stati ben 6 di cui due agricoltori schiacciati dal trattore in provincia di Cuneo. Due autotrasportatori hanno perso la vita in uno scontro tra TIR sull'autostrada A 14 all'altezza di Ravenna. Uno dei due TIR si è incendiato: immaginate la fine orrenda di questi camionisti. Quando entri in autostrada ti vengono i brividi nel vedere questi bisonti che spesso fanno la gara tra di loro incuranti degli automobilisti. Ne muoiono tantissimi sulle strade e spesso coinvolgono anche gli automobilisti. Le vittime sono tutte e due straniere. 

lunedì 12 giugno 2017

Morti altri due agricoltori schiacciati dal trattore ieri 11 giugno 2017 e sono 61 dall'inizio dell'anno e quasi 500 da quando è Ministro Martina.Il 23 marzo 2017 doveva essere obbligatorio un patentino per chi giuda questo mezzo mortale. ma il Parlamento ha un'altra volta prorogato la legge. Cari parlamentari che rinviate siete i complici morali di questa strage.

Naturalmente la legge è stata rinviata un'altra volta. Le Direttive comunitarie sono del 2003 e l'obbligo è entrato in vigore il 13/3/2013
http://www.ildolomiti.it/economia-e-lavoro/
TRENTO. A partire dal 22 marzo del prossimo anno per chi vorrà guidare il trattore sarà obbligatorio un patentino. In Trentino sono molte le aziende agricole, proprietarie di un mezzo agricolo, interessante e che dovranno adeguarsi alla normativa.

A fare chiarezza sulla situazione e sul nuovo obbligo entrato in vigore il 13/03/2013 con l'accordo Stato Regioni del 2012 che recepisce la direttiva Comunitaria del 59/2003 sull'abilitazione all'uso delle attrezzature professionali, è Acli Terra del Trentino.

Ecco allora che alcuni chiarimenti sono d'obbligo. Se si utilizza il trattore agricolo occorre frequentare un corso di abilitazione o aggiornamento. Chiunque ne faccia utilizzo, anche occasionalmente e saltuariamente. Sono obbligati anche i pensionati, familiari, collaboratori esterni provenienti da altri settori lavorativi o disoccupati che guidano il trattore o collaborano con un'azienda agricola pur non facendone direttamente parte.
Il patentino è obbligatorio anche per i sollevatori telescopici, i carri raccolta frutta e alcune tipologie di macchine movimento terra.

Tutti coloro che, possono dimostrare un'esperienza documentata relativa all'utilizzo di almeno 2 anni di questi mezzi alla data del 22 maggio del 2015 hanno l'obbligo di frequentare un corso di aggiornamento di 4 ore entro il 13 marzo 2017. In assenza di documentazione l'esperienza va documentata con apposita autocertificazione. E' obbligatorio per i nuovi utilizzatori o per coloro che non rientrino nel punto precedente, un corso base di 8 ore. I corsi sono organizzati dalle cantine/cooperative di appartenenza oppure dalle organizzazioni sindacali a quelli dei consulenti privati.

Cosa succede se non si fa il corso entro il 13 marzo 2017?

Salvo ulteriori proroghe, dopo il 13/03/2017 , per non incorrere in spiacevoli sanzioni, sarà necessario frequentare il corso di l'abilitazione con maggiore impegno di tempo (8 ore) e maggiori costi.
Inoltre per il datore di lavoro è prevista un'ammenda da 1.315,20 euro  a 5.699,20 euro o, in casi estremi, l'arresto da due a quattro mesi. Inoltre il "Jobs Act" prevede che in caso di omessa formazione le sanzioni raddoppino se i lavoratori interessati sono più di 5 e le sanzioni triplichino se i lavoratori interessati sono più di 10. In ogni caso, più che alle sanzioni, è da fare particolare attenzione, in caso di incidente, alla possibile non copertura da parte dell'Assicurazione, se non si è ancora abilitati.

A morire schiacciati da questo mezzo in Sicilia sono stati due braccianti romeni di 42 e 26 anni. E questo nell'ultima settimana. Non passa giorno senza dover piangere agricoltori morti a causa di questa indifferenza della politica.



domenica 11 giugno 2017

Siamo stanchi di vedere l'indifferenza della politica sulle morti sul lavoro. Chi lavora si riprenda direttamente in mano il suo destino tornando protagonista

Condividete, risvegliamo l'appartenenza di classe di chi lavora. Scegliamo attraverso la rete un lavoratore dipendente giovane e capace e candidiamolo come Presidente del Consiglio. Noi con DIOPPPS ci abbiamo provato a risvegliare le coscienze di chi lavora, Ma non ci siamo riusciti, ma ci speriamo ancora. Gli "altri" hanno portato avanti una lotta di classe feroce e i lavoratori "rimbecilliti" dalle TV commerciali e da media compiacenti manco se ne sono accorti. 
DIOPPPS Disoccupati, Impiegati, Operai, Partite Iva, Precari, Pensionati, Studenti
Torniamo a dare rappresentanza diretta ai ceti meno abbienti e ai LAVORATORI
Emarginati, sfruttati, sottopagati o non pagati, senza un lavoro, senza un presente e spesso senza nemmeno la percezione di un futuro. Parliamo di disoccupati, impiegati, operai, partite Iva, precari di qualunque genere, pensionati, studenti. Persone che negli ultimi vent’anni hanno pagato sulla propria pelle il consolidamento di una società basata sulle raccomandazioni, la diffusione prepotente della precarietà giovanile, il nepotismo, il predominio di caste e lobbies. Persone escluse anche dalla politica, spettatori passivi di scelte deleterie e privi di una rappresentanza forte in grado di tutelarne gli interessi. È venuto il momento di reagire, di riprendere in mano le proprie vite, di alzare la voce, di alzare la testa e tornare a farsi sentire, portando definitivamente all’interno delle istituzioni le istanze di quelle categorie che più di tutte soffrono per gli effetti della crisi. In questi ultimi vent’anni sono stati tolti i diritti conquistati dalle precedenti generazioni e una minoranza di italiani si è immensamente arricchita a discapito delle categorie più deboli. Leggi come la Treu, la Biagi, la Fornero e ora il Jobs Act hanno ridotto alla fame migliaia di lavoratori, imponendo il silenzio sui diritti e avendo come conseguenza la diffusione del precariato, delle forme di lavoro flessibile e l’allungamento dell’età pensionabile. Modelli occupazionali che impoveriscono le aziende che le attuano e uccidono tantissime persone - sempre meno tutelate – che muoiono a causa degli infortuni sul lavoro. Obiettivo di DIOPPPS è quello di portare nelle amministrazioni e nel Parlamento solo persone provenienti da queste categorie, le uniche a pagare la crisi.
Per risanare i conti del nostro paese occorre fare una patrimoniale che riguardi tutti indistintamente: ciascuno deve dare in proporzione al suo reddito. Oltre che le persone fisiche deve riguardare anche Enti, Società, industrie ecc.
Politiche per il lavoro. “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”. È la prima parte dell’art. 1 della nostra Costituzione, tanto spesso citato e ricordato quanto nei fatti lettera morta. Il tasso di disoccupazione in Italia è del 12,%, ma il tasso di disoccupazione giovanile è del 35%, con punte del 50% nell’Italia meridionale. Ecco alcune delle proposte di DIOPPPS per ridare slancio all’occupazione.
Politiche di welfare per i disoccupati. In Italia ci sono 8 milioni di lavoratori precari, nella maggior parte dei casi under 40 senza diritti, che percepiscono in media meno di mille euro al mese. Urge l’introduzione immediata di politiche di welfare che assistano disoccupati e partite Iva che perdono i committenti (sussidio di disoccupazione o indennità in caso di perdita del lavoro), Garanzia del lavoro e di un reddito dignitoso. Il lavoro deve tornare a essere una certezza, anche in un contesto che prevede un sempre maggiore ricorso alla flessibilità del mercato. Serve una rapida introduzione dei diritti e delle tutele sociali tipiche della flex-security dei Paesi dell’Europa centro-settentrionale. I lavoratori precari dovranno avere paghe maggiori rispetto ai colleghi tutelati dall’assunzione a tempo indeterminato. Il lavoro precario va abolito in tutte le sue forme, si può utilizzare solo per i lavori stagionali e per sostituzioni di maternità . Riconoscimento di professionalità e meriti da parte del mercato del lavoro. Discriminante per l’accesso al lavoro dovrà essere l’effettiva capacità: basta col sistema delle cooptazioni e delle conoscenze, che spesso non garantisce l’adeguata competenza da parte di chi fa il suo ingresso nel mondo del lavoro grazie a questi metodi. Formazione. Serve una scuola a tempo pieno, che sia in grado di creare tecnici preparati fin dalla giovane età (elettricisti, idraulici etc.) e di riproporre mestieri sempre meno diffusi ma con forte richiesta sul mercato (falegnami, fabbri, corniciai etc.). Sicurezza sul lavoro. Gli infortuni e i decessi sul lavoro non accennano a diminuire. Parliamo di incidenti che spesso sono il risultato dell’impossibilità di molti lavoratori di opporsi all'esecuzione di attività così pericolose. Quanti precari, quanti lavoratori in nero sono costretti a svolgere le loro mansioni senza le necessarie condizioni di sicurezza? Quanti sono i lavoratori che quotidianamente mettono a repentaglio le loro esistenze, subendo la costante minaccia di perdere il posto nel caso rivendichino i loro sacrosanti diritti? Le morti non sono cessate, ma si sono solo “trasferite” tra i precari, le partite Iva e i lavoratori in nero. Alla lotta senza tregua al precariato si deve necessariamente accompagnare la formazione continua dei lavoratori, la vigilanza nei cantieri e l'applicazione delle norme sulla sicurezza. Inoltre, è necessario istituire una Procura Nazionale della Sicurezza sul Lavoro, secondo il modello proposto da anni dall'ex Procuratore di Torino oggi in pensione Raffaele Guariniello. Pensioni eque. Ritorno all’adozione del metodo retributivo antecedente la riforma Dini del ’95, per l’ottenimento di una pensione pari a circa il 90% dell’ultima retribuzione percepita. Il metodo contributivo attualmente in vigore, caratterizzato da politiche salariali molto basse, farà sì che le pensioni percepite dalla generazione nata negli anni ’70 sarà pari al 36% dell’ultima retribuzione, inferiore persino alla pensione minima sociale erogata dallo Stato: un’ingiustizia sociale al quale è necessario porre immediatamente rimedio. Riduzione costi della politica e della spesa pubblica, abolizione di vitalizi e prebende di fine mandato. In una situazione mai così allarmante come quella che stiamo vivendo, è necessario attuare una immediata quanto concreta riduzione dei costi della politica e della spesa pubblica.

Occhio la tragitto casa lavoro_lavoro casa e questo vale per tutti quelli che lavorano, nessuno escluso. occorre conoscere le normative sull'itinere.

State attenti voi che ancora lavorate, qualsiasi lavoro state svolgendo state attenti nel tragitto in itinere: casa lavoro-lavoro casa. Il 30% delle morti sul lavoro, quasi tutte in itinere, ma moltissimi anche di infortuni gravi e meno gravi ogni anno, non vengono riconosciuti come infortuni sul lavoro. Diversi i motivi, qualsiasi lavoratore dovrebbe conoscere le normative specifiche sull'itinere. Il più macroscopico è quello che se c'è un mezzo pubblico che può arrivare sul posto di lavoro occorre prendere quello e non un mezzo privato.Poi ci sono anche altre situazioni che non sto a elencare



sabato 10 giugno 2017

Nessuno è morto. Un altro morto schiacciato dal trattore e sono 59 dall'inizio dell'anno. L'ultima vittima di questo mezzo e dell'indifferenza di chi dovrebbe occuparsene a Sorbo Serpico in provincia di Avellino

ma anche oggi ci sono stati tre morti complessivi. Un altro morto in provincia di Viterbo: a perdere la vita un bracciante di 36 anni investito da un camion. Ma schiacciati dal trattore dall'inizio dell'anno sono già 59. ormai arriviamo a contarne quasi 500 da quando è Ministro delle Politiche Agricole Martina. Ma come mai i media e l'opposizione parlamentare non chiedono al Ministro Martina cosa sta facendo per queste tragedie? Cinquecento morti con questo mezzo in poco più di tre anni sono pochi?

martedì 6 giugno 2017

Superato ogni record di morti sul lavoro da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sullavoro. Due poveri giovani poco più che ventenni morti schiacciati dal trattore negli ultimi due giorni nelle province di Ferrara e Agrigento. ma la politica pensa solo a posizionarsi per le imminenti elezioni politiche e della vita di chi lavora non è interessata. Quattro i morti anche ieri 5 giugno. Purtroppo i lavoratori non hanno e non avranno rappresentanza in parlamento

Report morti per infortuni sul lavoro dall’1 gennaio al 6 giugno 2017
Osservatorio Indipendente di Bologna morti
sul lavoro
Dall’inizio dell’anno a oggi 6 giugno 2017 sono morti sui luoghi di lavoro 282 lavoratori. Con le morti sulle strade e in itinere, che sono considerati a tutti gli effetti morti sul lavoro si superano i 600 morti complessivi. Erano il 4 di quest’anno 276. Erano 262 sui luoghi di lavoro il 4 giugno del 2016 +5,1% Erano 236 il 4 giugno del 2008 +14,5%. Come vedete nessun calo delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO, anzi, un aumento costante in questi dieci anni nonostante vogliono farci credere il contrario, e questo per giustificare l’incredibile massa di denaro speso per la Sicurezza in questi anni.
Le morti verdi
Strage continua, sono già 56 dall’inizio dell’anno gli agricoltori morti schiacciati dal trattore. A questi occorre aggiungere tanti altri che sono morti o perché trasportati a bordo (anche bambini) o per le strade a causa di incidenti provocati da questo mezzo. Martina batta finalmente un colpo su queste tragedie. Da quando è ministro sono morti schiacciati da questo mezzo oltre 450 agricoltori, ma ci stiamo avviando a contare i 500 morti provocati da questo mezzo che con questo ritmo saranno inevitabili tra qualche mese. Gli ultimi due a morire avevano poco più di vent’anni: a Naro di Agrigento è morto un 26enne mentre in provincia di  Ferrara un giovane di 24 anni. Un morto su cinque sui luoghi di lavoro di tutte le categorie è causato dal ribaltamento del trattore. Ma se dal Paese non si alza un moto d’indignazione verso chi ci governa, per la loro indifferenza, nulla cambierà. Nelle televisioni pubbliche trasmissioni pagate coi soldi dei contribuenti, fanno vedere idilliache terre incontaminate dove gli animali pascolano felici, ma mai che si occupano dell’altra faccia della medaglia: i tantissimi morti che ci sono sui campi e il colore rosso della terra impregnata dal sangue dei nostri agricoltori.  Occorrerebbe (ma lo scriviamo da tanti anni) che chi ci governa faccia una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo. E chi di dovere metta a disposizione forti incentivi per mettere in sicurezza i vecchi trattori.
Morti nelle Regioni e Province italiane nel 2017 per ordine decrescente, sono esclusi dalle province i morti sulle autostrade e all’estero.
N.B i morti segnalati nelle Regioni sono solo quelli sui LUOGHI DI LAVORO. Con le morti sulle strade e in itinere gli infortuni mortali in ogni provincia e regione sono mediamente il 120% in più ogni anno
LOMBARDIA 27 Milano (5), Bergamo (2), Brescia (6), Como (1), Cremona (), Lecco (2), Lodi (1), Mantova (2), Monza Brianza (4), Pavia (2), Sondrio (2), Varese () VENETO 27 Venezia (4), Belluno (), Padova (1), Rovigo (5), Treviso (4), Verona (6), Vicenza (7). ABRUZZO 26 L'Aquila (6), Chieti (3), Pescara (12) Teramo (5) SICILIA 19 Palermo (2), Agrigento (4), Caltanissetta (), Catania (1), Enna (1), Messina (1), Ragusa (3), Siracusa (1), Trapani (6). CAMPANIA 19 Napoli (7), Avellino (), Benevento (2), Caserta (5), Salerno (5). SICILIA 19 Palermo (2), Agrigento (4), Caltanissetta (), Catania (1), Enna (1), Messina (1), Ragusa (3), Siracusa (1), Trapani (6). EMILIA ROMAGNA 18 Bologna (2). Forlì-Cesena (1), Ferrara (3), Modena (1), Parma (2), Piacenza (2), Ravenna (4), Reggio Emilia (3), Rimini (). PIEMONTE 16 Torino (7), Alessandria (), Asti (2), Biella (1), Cuneo (4), Novara (), Verbano-Cusio-Ossola (1) Vercelli (1) TOSCANA 13 Firenze (2), Arezzo (), Grosseto (2), Livorno (3), Lucca (1), Massa Carrara (1), Pisa (2), Pistoia (1), Siena () Prato (1). LAZIO 12 Roma (5), Viterbo (1) Frosinone (2) Latina (4) Rieti (). CALABRIA 10 Catanzaro (2), Cosenza (5), Crotone (1), Reggio Calabria (1) Vibo Valentia (1) PUGLIA 10 Bari (3), BAT (), Brindisi (2), Foggia (2), Lecce (2) Taranto () LIGURIA 8 Genova (2), Imperia (1), La Spezia (1), Savona (4). MARCHE 8 Ancona (2), Macerata (1), Fermo (), Pesaro-Urbino (5), Ascoli Piceno (). SARDEGNA 7 Cagliari (2), Carbonia-Iglesias (), Medio Campidano (), Nuoro (), Ogliastra (), Olbia-Tempio (), Oristano (2), Sassari (3). Sulcis inglesiente () UMBRIA 6 Perugia (4) Terni (2). FRIULI VENEZIA GIULIA 6 Trieste (2), Gorizia (1), Pordenone (), Udine (3). BASILICATA 1   Potenza (1) Matera () Molise 2 Campobasso (2), Isernia /1) TRENTINO ALTO ADIGE 5 Trento (1), Bolzano (4). VALLE D’AOSTA ()
I morti sulle autostrade e all’estero non sono a carico delle province

Molte delle vittime del terremoto in Emilia erano lavoratori rimasti schiacciati per il crollo dei capannoni. Lo stesso terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche ha evidenziato che i capannoni industriali in Italia sono per la maggior parte a rischio sismico. E’ un miracolo che non ci siano stati morti nella cartiera a Pioraco di Macerata. Il tetto è crollato nel cambio turno, nella fabbrica stavano lavorando solo 20 persone che sono riuscite a scappare. L’intero tetto della sala macchine è crollato. In questa fabbrica ci lavorano complessivamente 146 lavoratori e se fossero stati tutti all’interno ci sarebbe stata una strage. E’ un miracolo, come nel terremoto in Emilia che pur provocando vittime tra i lavoratori è capitato di notte e in orari dove sotto e fabbriche ci lavoravano pochissime persone. La maggioranza dei capannoni industriali in Italia sono stati costruiti in anni dove non si teneva in nessun conto del rischio sismico. Tantissimi di questi capannoni hanno le travi SOLO appoggiate sulle colonne e nel caso di terremoti possono muoversi dall’appoggio e crollare.
 Se non si comincia a farli mettere in sicurezza è a rischio la vita di chi ci lavora sotto, e parliamo di milioni di lavoratori. Del resto con incentivi e detassazioni si potrebbero mettere tutti in sicurezza con una spesa non eccessivamente alta.
Superati i tanti morti per infortuni sui luoghi di lavoro del 10% rispetto ai primi 5 mesi del 2008 anno d’apertura dell’Osservatorio. Sono stati diffusi i dati delle denunce delle morti sul lavoro pervenute all’INAIL che tutti possono andare a vedere nella loro raccolta OPEN DATA INAIL, al 31 aprile ci sono state 262 denunce di morti per infortunio sul lavoro. Occorre ricordare che tutti gli anni molte di queste denunce non verranno accolte. Nelle 262 denunce pervenute  all’INAIL al 31 aprile ci sono anche i morti sulle strade e in itinere, mentre noi al 31 maggio superiamo i 500 morti complessivi.
Report morti sul lavoro nell’intero 2016
Nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro e oltre 1400 se si considerano i morti sulle strade e in itinere (stima minima per l’impossibilità di conteggiare i morti sulle strade delle partite iva individuali e dei morti in nero), e di altre innumerevoli posizioni lavorative, ricordando che solo una parte degli oltre 6 milioni di Partite Iva individuali sono assicurate all’INAIL. L’unico parametro valido per confrontare i dati dell’INAIL e di chi li utilizza per fare analisi, e dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sono i morti per infortuni INAIL SENZA MEZZO DI TRASPORTO, e confrontare quanti ne registra in più l’Osservatorio. Si ha così il numero reale delle morti per infortuni sui LUOGHI DI LAVORO IN ITALIA e non solo degli assicurati INAIL.

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Carlo Soricelli curatore dell’Osservatorio Indipendente d Bologna morti sul lavoro, attivo dal 1° gennaio 2008 http://cadutisullavoro.blogspot.it
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lunedì 5 giugno 2017

Tre morti sul lavoro anche oggi 6 giugno

6 giugno 2016 Impressionante sequenza di morti sul lavoro. Anche oggi tre lavoratori hanno perso la vita sui luoghi di lavoro. Nelle province di Triste, dove Stefano Fiorentino  un operaio di  40 anni ha perso la vita rimanendo travolto da lamiere in una nota ditta del luogo. Non era un lavoratore di retto ma di una ditta appaltatrice.
A Iglesias di Cagliari è rimasto schiacciato dal suo camion un autotrasportatore. Nella provincia di Vibo Valentia è morto cadendo da un albero mentre lo stava tagliando un sessantenne. Ricordiamoci sempre che sulle strade ne muoiono almeno altrettanti mentre vanno e tornano dal lavoro e in altre situazioni. E  sui campi a causa del trattore sono già morti schiacciati 50 agricoltori dall'inizio dell'anno. Oltre 450 morti in modo così atroce  da quando è Ministro delle Politiche Agricole Martina

domenica 4 giugno 2017

18 morti sui luoghi di lavoro in una settimana: cinque di questi schiacciati dal trattore

Cari amici, sono stato in ferie una settimana nella bellissima e civile Sicilia, in questo tempo ristretto ho dovuto lavorare per tantissime ore per aggiornare le morti per infortunio sul lavoro. Certo che è desolante vedere che sono morti ben 18 lavoratori sui LUOGHI DI LAVORO in questo breve lasso di tempo. Vedere poi morire a soli 24 anni un giovane lavoratore schiacciato dal trattore nella provincia di Ferrara, colpisce per la violenza dell'indifferenza che regna sovrana nelle istituzioni locali e nazionali. Ma sono stati ben cinque a morire in modo così atroce nell'ultima settimana. Che dire? Spero che le prossime elezioni i lavoratori lasciati soli e colpiti nei diritti e sui  salari, ma anche sulla Sicurezza facciano sentire la loro voce,  Che non votino più chi ci ha governato fino a ora, ma che non siano teneri neppure con l'opposizione che ha lo stesso atteggiamento menefreghista su queste tragedie. la verità è che purtroppo chi lavora non ha rappresentanti in questo parlamento di nominati e di lobbisti, tutti al servizio dei potenti, indipendentemente dalle sigle, destra, sinistra, nuovi arrivati, tutti al servizio dei potenti,  che tutelano solo il blocco sociale dei più abbienti. Anche lo sbarramento al 5% che ha visto  d'accordo PD, Cinque Stelle, Forza Italia e Lega serve a questo. Non permettere a chi lavora d'avere una rappresentanza in parlamento.

Carlo Soricelli intervistato dalla trasmissione num3ri su Rai2


Una poesia in memoria dei sette lavoratori della Thyssenkrupp
morti nel 2007 a Torino scritta due giorni questa tragedia

Il cuore rimasto in Fabbrica
anche adesso che ho raggiunto la pensione
Sognavamo il cielo ma da decenni è sempre più lontano
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
La classe operaia non è più centrale
e il paradiso è diventato inferno
di fiamme di fuoco e d'olio bruciato
di operai sfiniti che fanno notizia solo quando diventano torce umane
Operai sfruttati come non è successo mai
Il silenzio e la solitudine circondano la mia Fabbrica
e tutte le fabbriche d'Italia
Anche il nostro bravo Presidente
urla instancabile le morti sul lavoro
ma anche le sue sono urla impotenti
Addio Compagni di fatica, di sogni e d'ideali
Bagnati dalle nostre lacrime riposate in pace.

via delle storie, l'intervista che mi fece questa primavera la redazione RAI di Via delle Storie, al

https://youtu.be/9cJbdjQQ7YQhttps://www.raiplay.it/video/2022/05/Via-Delle-Storie-Carlo-Soricelli-l-artista-delle-morti-infinite-sul-lavoro-0cd0bfa2-df0a-4fbc-b70a-3bdba7d7ca51.html

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Le verità scomode sulle morti per infortunio sul lavoro

Anche tu, indipendentemente dal lavoro che svolgi corri seri pericoli

1) Da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna le morti per infortunio sul lavoro non sono mai calate se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro e non solo gli assicurati INAIL, istituto che monitora solo i propri assicurati

2) In base a questi presunti cali inesistenti e diffusi dalla stampa, dal potere politico e economico in Parlamento si sono fatte leggi per alleggerire le normative sulla sicurezza

3) Almeno un terzo dei morti sul lavoro sfuggono a qualsiasi statistica

4) In questi dieci anni sono morti per infortunio sul lavoro oltre 13.000 lavoratori se si prendono in considerazione tutti, comprensivi dei morti sulle strade e in itinere

5) Ogni anno oltre la metà dei morti sul lavoro sono sulle strade e in itinere (itinere significa mentre si va e si torna dal lavoro). La mancata conoscenza delle normative specifiche sull’itinere è spesso una trappola che impedisce il riconoscimento dell’infortunio, anche mortale e questo vale per tutti i lavoratori indipendentemente il lavoro che svolgono. Tutti si spostano da casa verso e al ritorno dal lavoro

6) Sui luoghi di lavoro in questi dieci anni sono morti oltre 7000 lavoratori (esclusi i morti sulle strade e in itinere)

7) Le donne muoiono relativamente poco sui luoghi di lavoro, ma tantissime perdono la vita in itinere. Sono dovute alla stanchezza per il doppio lavoro che svolgono tra casa e lavoro che ne riduce la prontezza dei riflessi

8) Oltre il 30% dei morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni

9) La Legge Fornero ha fatto aumentare le morti sul lavoro tra gli ultra sessantenni che non hanno più i riflessi pronti e buona salute per svolgere lavori pericolosi.

10) Il jobs act che ha abolito di fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori fa aumentare le morti sul lavoro per l’impossibilità di rifiutarsi di svolgere lavori pericolosi. Prova ne è che la stragrande maggioranza di chi muore per infortunio lavora in aziende che non hanno la copertura dell’articolo 18, di rappresentanza sindacale e di un responsabile della Sicurezza. L’articolo 18 abolito dal jobs acts recitava che non si può licenziare senza Giusta Causa e Giustificato Motivo.

11) Moltissime sono le morti tra artigiani e partite iva individuali e in nero e grigio.

12) E’ l’agricoltura la categoria più a rischio: mediamente supera ogni anno il 30% delle morti sui luoghi di lavoro di tutte le categorie e tra gli agricoltori

13) Un morto si cinque sui luoghi di lavoro ogni anno è provocato dal trattore, ne sono morti in questi dieci anni almeno 1000 mentre guidavano questo mezzo, oltre 400 sono i morti accertati dall’Osservatorio provocati dal ribaltamento del trattore in questi ultimi tre anni.

14) L’edilizia ha mediamente il 20% di tutte le morti sui luoghi di lavoro. Le cadute dall’alto sono un’autentica piaga in questa categorie. In tanti muoiono lavorando in nero in edilizia e in aziende del subappalto.

15) In questi dieci anni non si è fatto niente per arginare questa piaga, il Parlamento ha ignorato le morti di tanti lavoratori e questo per il semplice fatto che il lavoro dipendente e gli artigiani non hanno nessuna rappresentanza di fatto nelle due Camere.

16) Se non vuoi morire lavorando occupati in prima persona della tua sicurezza personale e rifiutati di svolgere lavori pericolosi e denuncia chi ti obbliga a farlo, e se non ne hai la forza di opporti lascia una memoria scritta ai tuoi familiari che potranno un domani denunciare queste autentiche violenze.

L'Osservatorio a Storie Vere di RAI 1

Quando il lavoro uccide?